Ci sono tutta una serie di errori da non commettere in lavanderia, cioè nel momento in cui si fa un bucato.
Il primo, e più frequente, è quello di lavare i vestiti bianchi con quelli colorati assieme: se la temperatura non è corretta, i colorati stingeranno perdendo la brillantezza di colore che li dovrebbe caratterizzare e i bianchi assorbiranno tutte le molecole di pigmento rilasciate dagli altri capi ed assumeranno colorazioni non solo improbabili ma con effetti sgradevoli da vedersi. O, caso ancora peggiore, diventeranno grigiastri e daranno l’impressione di non essere affatto puliti.
Per evitare questo errore si può adottare una strategia molto semplice, oltre a quella ovvia di separare i bianchi dai colorati: inserire nel cestello della lavatrice uno di quei pratici foglietti che catturano le molecole di colore. Si possono acquistare in ogni supermercato e si trovano nella corsia dei detersivi: sono monouso e la loro efficacia è garantita.
Prestare attenzione anche alla temperatura di lavaggio è una buona idea per evitare che i capi stingano: i colorati chiari si lavano al massimo a 40° e i colorati scuri al massimo a 20°.
Un altro errore che si commette di frequente è quello di mischiare la biancheria di casa, come lenzuola, asciugamani, asciugapiatti eccetera, con la biancheria intima e lavare tutto alla stessa temperatura.
La prima ragione per cui questa miscellanea non va fatta è squisitamente igienica: la biancheria intima andrebbe lavata a parte e al detersivo andrebbe aggiunto anche uno specifico prodotto igienizzante, di quelli che si reperiscono con facilità al supermercato nella corsia dei detersivi per la lavatrice.
La seconda ragione è che la biancheria di casa richiede una temperatura di lavaggio diversa da quella necessaria per la biancheria intima: la prima, difatti, andrebbe lavata a 40° al massimo, mentre la seconda si dovrebbe lavare a 60°.
Sarebbe anche da evitare il procedimento di lavare indumenti molto sporchi assieme a tutti gli altri: essi, difatti, andrebbero trattati in separata sede per ragioni meramente igieniche.
Tra i capi che si possono classificare come “molto sporchi” ricordiamo gli stracci usati per le pulizie di casa e tutto quello che riguarda il mondo degli amici animali a quattro zampe: fodere di cuscini, fodere delle cestine in cui dormono, le coperte predilette e via discorrendo.
Va assolutamente evitato il sovraccarico della lavatrice, e invece è un errore che si commette comunemente in lavanderia: la macchina va riempita al giusto livello per far in modo che il ciclo di lavaggio sia ottimale e che la quantità di detersivo impiegata sia quella corretta. Riempiendo poco la lavatrice si sprecano di sicuro sia la corrente che il detergente; al contrario, sovraccaricando la lavatrice si rischia di causare dei danni alle cinghie di trasmissione – e la loro riparazione è sempre piuttosto costosa.
Quindi, per evitare sprechi e problemi futuri, meglio attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate sulla macchina, per quello che riguarda il peso massimo tollerato a pieno carico.
Ultimo ma non ultimo errore da evitare in lavanderia è quello di lasciare il proprio bucato dentro la lavatrice. I capi bagnati si impregnano di un odore assai sgradevole, e inoltre un ambiente di quel tipo può favorire la nascita e la proliferazione di germi e batteri, organismi molto nocivi per la salute.
Si raccomanda, dunque, di togliere il prima possibile il proprio bucato dalla lavatrice e di asciugarlo o nell’asciugatrice – se si ha la possibilità – oppure, cosa ancora migliore, stenderlo all’aria aperta. In questo modo non solo si eviterà la formazione del cattivo odore di umido ma si impedirà la proliferazione di agenti patogeni.
Non bisognerebbe nemmeno commettere l’errore di pensare che l’ammorbidente non sia necessario, che sia una spesa superflua. Niente di più sbagliato: l’ammorbidente è un prodotto che protegge le fibre dei tessuti e inoltre offre anche una certa protezione ai colori, evitando che stingano e se ne vadano con l’usura.
Insomma, l’ammorbidente allunga la vita dei capi di abbigliamento e della biancheria, sia intima che per la casa, quindi sarebbe opportuno impiegarne una giusta quantità – ovvero quella indicata sull’etichetta presente sulla bottiglia dell’ammorbidente stesso.
Concludiamo con un errore che, prima o poi, commettono tutti quanti: quello di lasciar seccare una macchia prima di decidersi a lavare il capo di abbigliamento – o la tovaglia, o l’asciugapiatti et cetera – su cui essa è presente. Grave sbaglio! Così facendo si dà modo alle molecole di sporco di fissarsi sul tessuto e la rimozione della macchia diventerà un’operazione difficile, se non impossibile del tutto.
Ad esempio, se del caffè si rovescia sulla tovaglia candida e non si procede immediatamente a trattare la macchia con un opportuno prodotto smacchiante e/o con del sapone di marsiglia, allora si può stare sicuri che quella macchia non verrà più via ma lascerà uno sgradevolissimo e decisamente anti estetico alone brunastro: le fibre della tovaglia assorbiranno il caffè e non lo rilasceranno più. Tutte le macchie vanno opportunamente pretrattate e il capo poi va lavato con l’acqua calda immediatamente dopo aver finito il trattamento preliminare; ma c’è un’eccezione a questa regola: se la macchia è di sangue, si deve pretrattare ma poi si deve lavare con l’acqua fredda, altrimenti non verrà mai via.
Ricordarsi che il sole ingiallisce e stinge: quindi sarebbe meglio stendere tutto alla rovescia e possibilmente in un luogo ombreggiato, al riparo dai raggi diretti cosicché i capi stesi traggano beneficio dall’esposizione all’aria aperta ma non vengano lesionati. Infine, ricordarsi di non far seccare troppo i capi: quando sono asciutti è bene ritirarli, per evitare quell’ “effetto cartonatura” così antipatico, che rende più difficile e fastidiosa la stiratura.