Una regola essenziale per chi deve fare il bucato consiste nel separare i vestiti colorati da quelli bianchi. In questo modo si eviterà che i primi macchino i secondi, problema piuttosto frequente per chi mette insieme in lavatrice abiti chiari e scuri. Fatta questa premessa, per lavare tessuti colorati è importante rispettare alcune norme, così da ottenere un risultato perfetto con il minimo dispendio di energia.
capi neri necessiterebbero di un lavaggio a parte, poiché scoloriscono facilmente: in alternativa, essi possono essere trattati con gli altri vestiti di colore scuro, ad esempio quelli blu, marrone o bordeaux. Per le tonalità di questo tipo si raccomanda un lavaggio a 30° o addirittura a freddo, se adeguato al tipo di tessuto, affinché quest’ultimo non stinga.
Per i colori chiari, quali ad esempio il rosa, il giallo e l’azzurro, si suggerisce una temperatura di circa 40°. Questi sono consigli generici, ma la tipologia di lavaggio cambia a seconda del tessuto con cui un indumento è realizzato.
In commercio esistono i cosiddetti fogli acchiappa-colore, molto utili soprattutto per chi è alle prime armi con l’utilizzo della lavatrice. Si tratta di prodotti in grado di assorbire il colore rilasciato dagli abiti: in questo modo si eviterà, ad esempio, che un tessuto nero si scambi e vada a macchiare uno rosso. Sono acquistabili persino dei detersivi specifici, dotati di apposite molecole che rallentano il rilascio di colore e fanno sì che un vestito resti più a lungo brillante. Naturalmente non è necessario ricorrere a una simile soluzione per lavare tessuti colorati se si dividono con attenzione i capi, anche se un foglietto acchiappa-colore può fare sempre comodo.
Un discorso più approfondito va fatto sulle tipologie di tessuto, in base alle quali cambia la temperatura del lavaggio. A tale scopo è fondamentale consultare l’etichetta del vestito, la quale di solito riporta una serie di utili istruzioni al riguardo. Già si è detto che il metodo a freddo è perfetto per gli abiti di colore scuro, in particolare se essi sono realizzati con fibre delicate come la lana, la seta e l’organza. Una simile soluzione protegge i colori e la qualità del tessuto, facendo in modo che esso non stinga. Invece un lavaggio a 30° è l’ideale per i jeans, per il cotone e per i sintetici, a meno che lo sporco non sia eccessivamente ostinato.
In questo caso va infatti preferita una temperatura di 40° e, magari, l’utilizzo preliminare di uno smacchiatore. Non bisogna mai sottoporre jeans e magliette di cotone a una temperatura troppo alta, altrimenti c’è il pericolo che si restringano. In generale è meglio evitare temperature superiori ai 40°, a meno che non si debbano lavare tappeti o lenzuola di colore scuro. È importante limitare un simile ciclo soltanto alle macchie peggiori, perché con il tempo una temperatura troppo alta recherebbe gravi danni al tessuto.
Un ragionamento a parte riguarda i capi di lana, velluto o seta molto sporchi, per i quali gli esperti suggeriscono il lavaggio a secco. Esso prevede l’utilizzo di particolari solventi al posto dell’acqua, in modo da smacchiare o sgrassare i vestiti sottoposti al trattamento. Vi sono alcuni abiti per cui il lavaggio a secco è totalmente sconsigliato: ancora una volta si raccomanda di leggere bene l’etichetta per non commettere errori.